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Riflessione interessante sul "vaiolo delle scimmie"

· Coronavirus,Vaccini,Vaiolo

Breve storia del #vaccino del #vaiolo

Alla fine del 1700 il medico inglese Edward Jenner, osservando i contadini, si accorse che questi ultimi contraevano il vaiolo dei bovini attraverso il contatto con gli animali, ma per loro questo morbo non era letale. Inoltre, quando i contadini si ammalavano di vaiolo umano venivano colpiti da una forma lieve e nella maggior parte dei casi non morivano.

Pertanto, Jenner giunse alla conclusione che il #vaccino (che si chiamò così proprio perché proveniva dalle vacche), cioè il siero proveniejnte dalle pustole degli animali ammalati di vaiolo bovino, costituisse una difesa sicura per l'uomo verso il vaiolo umano.

Nel 1796, dopo circa vent’anni di studi, Jenner fece il primo esperimento sull’uomo: estrasse del pus dalle pustole infette di vaiolo bovino da un contadina, e inoculò la sostanza in un bambino di otto anni, che non aveva mai contratto alcuna forma di vaiolo.

Questi si ammalò per un paio di giorni, ma si riprese. Dopodiché dopo alcune settimane iniettò nel ragazzo il vaiolo umano, senza che la malattia fosse contratta. La scoperta della vaccinazione antivaiolosa, diede il via allo sviluppo di altri tipi di vaccini, utilizzando microrganismi non patogeni per l’essere umano in modo da indurre la produzione di anticorpi protettivi da parte dell’organismo.

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Oggi va di moda il "vaiolo delle scimmie"

Quindi, mi chiedo: se il VAIOLO DELLE SCIMMIE è sostanzialmente innocuo per l'uomo, o giù di lì, più o meno come quello BOVINO... non siamo forse in presenza di un patogeno che potrebbe immunizzare naturalmente contro un patogeno che peraltro è estinto? Boh.

O forse è più conveniente per Big Pharma tutelarsi con un bel vaccino? (guarda caso pronto appena in tempo).

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Nel dubbio, non baciate le #scimmie 

E studiate un po' di #storia (click sul link nella foto sottostante per accedere ad un articolo interessante di STORICA NG).

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(C) 2022 MC, anche via Twitter